Villa Tanari "la Cavallina"

Bologna, Croce del Biacco, via Stradelli Guelfi 50

Nel 1788 Angelo Venturoli fu chiamato a ristrutturare la più importante delle residenze di campagna della famiglia Tanari, posta fuori Bologna, in località Croce del Biacco. Posseduta fin dal XVII secolo, nella tenuta detta ‘La Cavallina’ era già presente un edificio di rilevanti dimensioni e di ragguardevole decoro, comprendente ambienti di servizio e peschiere oltre al nucleo padronale. Quest’ultimo non doveva avere un assetto troppo dissimile rispetto a quello attuale, contraddistinto dalla medesima planimetria sviluppata in senso orizzontale.

L’edificio è ancora oggi caratterizzato da un corpo centrale articolato su due livelli, affiancato da ali laterali più basse chiuse fra torri. Queste ultime, insieme al coronamento balaustrato, costituiscono un interessante espediente finalizzato ad enfatizzare e conferire maggiore imponenza al prospetto dell’edificio: sebbene sembrino vere sono in realtà degli ingegnosi paraventi privi di profondità. Venturoli temperò inoltre le inflessioni tardo barocche delle preesistenze sostituendo i particolari decorativi delle aperture con più aggiornati elementi tratti dal repertorio classicista.

Villa Tanari detta "La Cavallina" - facciata (Foto di Francesco Ceccarelli)
Una delle torrette laterali(Foto Francesco Ceccarelli)
Interno(Foto Francesco Ceccarelli)

Nella torre destra venne realizzata la cappella gentilizia, progettata dall’architetto nel 1797 e oggi non più esistente. Per l’ambiente religioso, a cui si pose concretamente mano nel 1800, egli approntò una serie di studi ancora conservati fra le sue carte alla Fondazione Collegio Artistico Venturoli, che documentano vari aspetti della fabbrica.

Di assoluto riguardo, all’interno della villa, era l’apparato decorativo, opera di alcuni degli artisti di maggiore importanza della Bologna dell’epoca. Antonio Basoli, affiancato dal figurista Petronio Fancelli, realizzò fra il 1803 e il 1804 le pitture della cappella, del Coffeaus, della sala da pranzo e della loggia, mentre quelle previste per la scala non ebbero esito. Perdute a causa degli ingenti danni riportati dall’edificio nel corso della seconda guerra mondiale, le idee basoliane sono preservate in una serie di bellissimi disegni acquerellati che si conservano all’Accademia di Belle Arti di Bologna e nelle incisioni che dai medesimi furono date alle stampe dall’autore nel 1827.

(S. Medde)

Bibliografia

A. Bolognini Amorini, Elogio di Angelo Venturoli, architetto bolognese, Bologna 1827, II, p. 6

G. Cuppini, A.M. Matteucci, Ville del Bolognese, Bologna 1969, p. 338

Nel segno di Palladio. Angelo Venturoli e l’architettura di villa nel Bolognese tra Sette e Ottocento, a cura di A.M. Matteucci e F. Ceccarelli con la collaborazione di S. Medde, Bologna 2008, pp. 148-150 (scheda di E. Landi) e passim

M.L. Palladini, Villa La Cavallina alla croce del Biacco, in Materiali, metodi e concezioni spaziali degli edifici nelle campagne dell'Emilia: Angelo Venturoli, i disegni di villa, a cura di A.M. Matteucci, Università di Bologna, s.d.