Villa Gnudi Pallavicini

Bologna, via Emilio Lepido 196

Costruito fin dal XVII secolo e appartenuto a vari proprietari, l’edificio versava in condizioni di grave degrado quando, nel 1726, venne acquistato da Raffaele Gnudi che ne promosse la ristrutturazione e l’abbellimento. 

Le fonti di circa tre decenni successive descrivono una struttura di grande dignità, decorosamente ornata di pitture e sculture; essa fu ereditata dal figlio di Raffaele, Antonio, facoltoso e potente tesoriere apostolico di Pio IV a Bologna dal 1781. Per sua iniziativa venne aperto un impegnativo cantiere architettonico, documentato fra il 1779 e il 1784, che vide impegnati ben trenta operai. La disfatta economica del proprietario portò nel 1803 alla vendita della villa, comperata dal conte Giuseppe Pallavicini. Questi intraprese nuovi lavori affidando, fra l’altro, ad un certo Andrea Sarti la definizione del versante nord dell’edificio.

Villa Pallavicini - facciata (Foto di Francesco Ceccarelli)

Non si sa con esattezza a chi spetti la paternità della rilevante operazione. Riferita da alcuni all’intervento dell’architetto Angelo Venturoli, l’attribuzione non è suffragata da riscontri documentari. Gli schizzi che si conservano fra le carte dell’architetto, oggi alla Fondazione Collegio Artistico Venturoli di Bologna, non sembrano per il momento riferibili all’opera, alla quale peraltro non è riservata menzione alcuna nel catalogo delle opere venturoliane che fu dato alle stampe dal Bolognini Amorini nel 1827. 

Il pronao d'ingresso(Foto Francesco Ceccarelli)
La cappella(Foto Francesco Ceccarelli)

Da valutare a questo proposito, sperando in future scoperte, è la dichiarazione formulata nel 1780 dall’architetto Giovanni Calegari in occasione della sua candidatura a membro dell’Accademia Clementina di Bologna, nella quale affermava di essere responsabile della scala esterna, coperta da un loggiato dorico, che si trovava nella tenuta di Medola, di pertinenza del senatore Ranuzzi.

(S. Medde)

A. Venturoli, Pianta della villa Gnudi Pallavicini, Fondazione Collegio artistico Venturoli, Bologna, album 2, p. 48

Bibliografia

G. Cuppini, A.M. Matteucci, Ville del Bolognese, Bologna 1969, pp. 355-356

R. Loffredo, Il "Purgatorio" di Gnudi ed il "Paradiso" dei Pallavicini. Villa Pallavicini di Borgo Panigale, in Borgo Panigale. Antiche ville in un quartuere moderno, a cura di M. Iodice, Bologna  2004, pp. 215-257

A.M. Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano 2002, pp. 448-456

Nel segno di Palladio. Angelo Venturoli e l’architettura di villa nel Bolognese tra Sette e Ottocento, a cura di A.M. Matteucci e F. Ceccarelli con la collaborazione di S. Medde, Bologna 2008, pp. 216-218 (scheda di E. Landi) e passim