Palazzina della Viola

Bologna, via Filippo da Re n.4

Verso la fine del Quattrocento, Annibale Bentivoglio, figlio di Giovanni II, costruì entro le mura della città due edifici deputati al proprio svago: una palazzina immersa nel verde del “Zardin della Viola” e un casino. Non sono del tutto chiare le vicende delle due ville, ma la tradizione identifica l'edificio di via Filippo Re 4 con la palazzina. Possediamo una descrizione dettagliata della villa della Viola redatta da Sabadino degli Arienti, che non coincide per molti aspetti con l’edificio attuale: Sabadino descrive la palazzina come un piccolo edificio dotato di due logge (par di capire ortogonali fra loro), affrescate con scene di caccia ed episodi mitologici o tratti dalla storia romana, accomunati fra loro dalla scelta del tema agreste o silvestre. Segue una saletta con il soffitto ligneo decorato a uomini e geni tra le viole, fiore predominante nel giardino che dà il nome al complesso. Dopo una camera e un camerino si trovano la cucina e altri ambienti di servizio. Si sale una piccola scala e si accede a una sequenza di camere e camerini, da cui si possono ammirare i rigogliosi giardini. L’edificio attuale mostra invece un circuito continuo di portici su due livelli (quello inferiore ad arcate e quello superiore trabeato) tutto attorno alla struttura quadrata, ma le vicende di ampliamento e le modifiche da esso subite ci impediscono di dare per il momento soluzione definitiva al problema.

Scorcio sulla facciata principale (Foto di Maria Teresa Sambin)

Dopo la caduta dei Bentivoglio, la palazzina nel 1511 divenne sede dell’Accademia del Viridario, mentre nel 1540 fu acquistata dal cardinale Bonifacio Ferrerio per adibirla a sede del collegio da lui fondato per accogliere gli studenti piemontesi. Soppresso il collegio nel 1797, l’edificio appartenne agli Zambeccari, poi agli Aldini e ai Viscardi Ceneri, finché all'inizio del Novecento fu acquistato dalla Cassa di Risparmio di Bologna che lo destinò a scuola superiore di Agraria e di concerto con l'Università chiese un progetto di restauaro all'Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti. Il palazzo subì gravi danni nel 1944, ma le parti abbattute vennero prontamente ricostruite.

Palazzina della Viola (Foto di Maria Teresa Sambin)
Capitello del portico a pianterreno(Foto di Maria Teresa Sambin)
Sostegno angolare(Foto di Maria Teresa Sambin)
Il sottoportico(Foto di Maria Teresa Sambin)
Capitello della loggia superiore(Foto di Maria Teresa Sambin)

L'apparato pittorico si presenta oggi in veste cinquecentesca. Al piano terreno si trova un soffitto a cassettoni decorato con teste ed altri soggetti appartenente alla tarda produzione di Amico Aspertini. Gli altri cicli furono realizzati dopo che la villa venne adibita a Collegio. Le scene mitologiche delle logge - che raffigurano Diana e Atteone, Endimione e Selene, Apollo e Marsia, Venere e Amore - sono ascritte a Innocenzo da Imola. Gli affreschi del salone al primo piano con le Storie di papa Silvestro e dell'imperatore Costantino sono ascritti a Prospero Fontana, mentre discussa è la paternità del fregio.

(M.T. Sambin De Norcen)

Bibliografia

Bentivolorum magnificentia: principe e cultura a Bologna nel Rinascimento, a cura di B. Basile, Roma 1984

G. Casini Ropa, Notizie storiche sul giardino e sui fabbricati bentivoleschi della Viola, "Accademia Nazionale di Agricoltura. Annali, LXXVII, 1966"

G. Cuppini, A.M. Matteucci, Ville del Bolognese, Bologna 1969

C. Von Fabriczy, Villa della Viola, in "Jahhrbuch der Koniglich Preussischen Kunstsammlungen", XXIX,1908

V. Fortunati Pietrantonio, Architettura bolognese dell'ultimo ventennio del Quattrocento: dallo spazio porticato cittadino alle delizie bentivolesche, “Arte lombarda”, 1976, 44/45, pp. 71-78

C.C. Malvasia, Felsina pittrice, vite de' pittori bolognesi [...] con aggiunte, correzioni e note inedite del medesimo autore, di Giampietro Zanotti e di altri scrittori viventi, Bologna 1841, I, pp. 54-55

D. E G. Zucchini, La Palazzina della Viola in Bologna, Bologna 1935