Castello di Bentivoglio

Bentivoglio (BO), Via Saliceto, 1

Il castello di delizia dei Bentivoglio, probabilmente la più celebre villa dei signori di Bologna, ha origine da un’antica torre di avvistamento posta nella località un tempo nota come Ponte Poledrano, che solo in seguito all’insediamento della casata ha preso il nome attuale di Bentivoglio . Nel 1441, infatti, Annibale I Bentivoglio fu investito della turris Ponti Poledrani, innalzata circa cinquant’anni prima dal Comune di Bologna, insieme ai campi circostanti e a un mulino.  Nel 1456, il suo successore Sante ampliò e restaurò la torre, aggiungendo una loggia e due stanze; tre anni dopo, l’edificio fu visitato da Pio II durante il viaggio di rientro dalla Dieta di Mantova. Grazie alla nuova costruzione concepita nel 1480 circa da Giovanni II, cugino e successore di Sante, Ponte Poledrano divenne un luogo di delizia, la più amata casa di campagna della famiglia Bentivoglio, organizzato attorno a un cortile quadrato: pur ingentilito e dotato di nuovi confort, l'edificio non perse il suo carattere castellano, del resto alla moda tra il patriziato bolognese per tutto il rinascimento. A differenza di molte ville dell’epoca, che, pur mantenendo torri e merlature, andarono generalmente abbandonando un’effettiva funzione difensiva, il castello di Bentivoglio conservò l’uso delle antiche tecniche dell’architettura militare: il fossato era largo 25 metri e il complesso era diviso in comparti separati che potevano essere isolati progressivamente in caso di assedio, rendendo l’antico nucleo della fortezza un rifugio quasi inespugnabile. Ciò è giustificato verosimilmente dal fatto che il castello si trovava in un’area di confine, e forse anche dall'incerta posizione politica dei proprietari.

Scorcio sulla facciata principale (Foto di Maria Teresa Sambin)

L’edificio attuale è il risultato di una serie di eventi assai tormentati. Perduta la signoria nel 1506, i Bentivoglio furono privati delle loro proprietà da papa Giulio II. Più tardi Leone X restituì il palazzo alla famiglia, che tuttavia nel frattempo si era trasferita a Ferrara e, non più interessata a restaurare l’antico splendore del castello, lo cedette in affitto. L’abbandono provocò un rapido deterioramento e nel diciottesimo secolo il fronte d'ingresso collassò.  Nel 1889, il nuovo proprietario, Carlo Alberto Pizzardi, commissionò ad Alfonso Rubbiani il restauro della villa, con l’intenzione di ripristinare l’edificio di Giovanni II: l’architetto ricostruì l’ala crollata e le mura e ripristinò l’antica scansione degli ambienti, ma inventò anche molti elementi, come l’entrata attraverso il rivellino e la scala che dal cortile conduce al piano superiore. Ciononostante, molte porzioni dell’edificio quattrocentesco sono tuttora leggibili e l'impianto coincide a grandi linee con quello originario. La torre che aveva costituito il primo nucleo del palazzo viene demolita dai nazisti nel 1945 e oggi sopravvive solo la porzione inferiore della fortezza.

Nonostante le numerose trasformazioni, il castello conserva ancora alcune delle sue originarie decorazioni: tra esse spicca il ciclo del Pane, esempio unico di tale soggetto iconografico, che illustra la produzione di questo essenziale alimento, dalla deforestazione e drenaggio dei terreni fino alla sua presentazione sulla tavola, attraverso tutti i passaggi della coltivazione e della lavorazione. È una dichiarazione esplicita dello stretto legame tra il palazzo e lo sfruttamento agricolo della terra: Ponte Poledrano costituiva infatti la più ampia e redditizia azienda dei Bentivoglio, dotata di un efficiente mulino.

Attualmente l’edificio ospita i laboratori di ricerca dell’Istituto Ramazzini.

(M.T. Sambin De Norcen)

Vista verso la Rocca (Foto di Maria Teresa Sambin)
Le scuderie(Foto di Maria Teresa Sambin)
Prospetto sul retro(Foto di Maria Teresa Sambin)
Il rivellino di ingresso(Foto di Maria Teresa Sambin)
Scorcio del cortile(Foto di Maria Teresa Sambin)
Il portico di Alfonso Rubbiani(Foto di Maria Teresa Sambin)
Il pozzo(Foto di Maria Teresa Sambin)
La scala di Alfonso Rubbiani(Foto di Maria Teresa Sambin)
Sala del Pane - dettaglio La trebbiatura (Foto di Maria Teresa Sambin)
Sala del Pane - dettaglio (Foto di Maria Teresa Sambin)
Egnazio Danti, Bentivoglio, ms. Gozzadini 171 © Bologna, Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio.

Bibliografia

L. Alberti., Libro primo della deca prima delle historie di Bologna, Bologna 1541

U. Beseghi, Castelli e ville bolognesi, Bologna 1957, pp. 349-357

A. Buitoni, L. Cerasi, Gli affreschi del castello di Bentivoglio: inediti e una nuova lettura, "Strenna storica bolognese", LIX, 2009, pp. 67-87

Il Castello di Bentivoglio : storie di terre, di svaghi, di pane tra Medioevo e Novecento , a cura di A.L.  Trombetti Budriesi, Bologna  Firenze 2006

G. Cuppini, A.M. Matteucci, Ville del Bolognese, Bologna 1969, pp. 6-9, 357-358

A. Rubbiani, Il castello di Giovanni II Bentivoglio a Ponte Poledrano, Bologna 1914

M. Teresa Sambin De Norcen, La ‘Domus iocunditatis’ di Giovanni II Bentivoglio: una residenza di campagna come ‘speculum principis’, in corso di pubblicazione

Ville, castelli e chiese bolognesi : da un libro di disegni del Cinquecento , a cura di M. Fanti, Sala Bolognese, 1996